Osservazioni al termine della riunione del 2 aprile 2008



La nostra economia si basa sull illusione di avere un continuo bisogno di beni che in realtà non sono primari. Basti pensare che i paesi più progrediti sono quelli che hanno il settore terziario più sviluppato e con più occupazione. é un economia, teoricamente, sempre in crescita senza mai un arresto od una retrogressione, che vengono indicate come risultato di una crisi. Un economia che si basa sullo sfruttamento delle risorse primarie (che possono essere sia materie prime che manodopera) che provoca riflessi negativi in ambito ambientale e socio-economico. Ora questo modello di crescita vuole essere adottato anche dai paesi che stanno prendendo potere recentemente quali cina od india, che vedono in questi il modello vincente. O meno è ciò che viene loro presentato come tale.
Il problema è che è un modello che funziona solo se applicato dal minor numero possibile di nazioni e nessuna delle nazioni che, per ora, lo adotta e ne gode i privilegi sarebbe mai disposta ad abbandonarlo. Non lo ferebbe mai perchè questo implicherebbe una retrocessione con poche speranze di rivincita e passerebbe dalla parte dei poveri e sfruttati. Ora se lo sviluppo sostenibile dovesse implicare ciò, o meglio se l economia di quei paesi non fosse completamente pronta ad un cambiamento, si rischia un ribaltamento dei ruoli.
Stamattina sono stata equivocata: non intendevo assolutamente difendere l idea di Bush. Lui vuole difendere a spada tratta il modo di vivere degli statunitensi, io mi riferivo alle fondamenta della nostra economia. Credo che nessun paese voglia realmente rischiare, si cercherà solo di fare modifiche graduali utilizzando lo sviluppo tecnologico nel miglior modo. Ma non credo che questo implicherà un abbandono del capitalismo così come lo conosciamo oggi.
Ciò che andrebbe ribaltato è il modello economico, un modello che non vede arresti alla crescita quando si dovrebbe andare cercando un equilibrio che permetta un vita dignitosa. Un modello che deve fare propri termini come reciclaggio e riutilizzo delle risorse, in quanto c è la credenza che nuovo sia sinonimo di migliore.

Nel nostro progetto si riscontra spesso il termine economia ed economia globale (perchè non possiamo limitarci a discorsi su due o tre nazioni), credo che dovremmo affrontarlo con delle basi teniche adeguate. Mi pare di sentir trattare argomenti di cui spesso non sappiamo abbastanza, una maggiore e reale consapevolezza della realtà globale dal punto di vista economico e politico. Credo che sia fondamentale per poter ampliare il discorso e non passare il tempo solo a confrontare sondaggi, ma dare maggior spazio ai dibattiti. Dibattiti che però si devono fare avendo delle basi.

Irene Moroni